Archivi categoria: Curiosità

Sei dipendente dal trading?

Il trading giornaliero sta diventando sempre più popolare per molte persone che lo usano come unica fonte di reddito, in particolare con app di trading come Robinhood che rendono il trading più facile che mai.

Mentre il trading giornaliero può essere una solida fonte di entrate da cui molti fanno una carriera di successo, può anche finire molto male. Sia che si sia preso l’abitudine di fare trading giornaliero nel corso dei blocchi del 2020 o che si sia un trading giornaliero veterano con una conoscenza ed esperienza approfondite nel mercato, trading giornaliero può trasformarsi in una dipendenza.

Alcuni esperti finanziari ritengono che il trading giornaliero sia più simile al gioco d’azzardo nei casino online che all’investimento. Mentre l’investimento mira a mettere denaro nel mercato azionario con una strategia a lungo termine, il trading giornaliero guarda ai profitti intraday che possono essere ottenuti da rapide variazioni di prezzo, sia grandi che piccole.

Successivamente, il day trading può avere massimi euforici uniti a minimi devastanti. Non dovrebbe quindi sorprendere che il day trading possa creare dipendenza.

Mentre il trading giornaliero professionale richiede esperienza, concentrazione, tempo, energia, ricerca e disciplina incredibili, c’è una linea sottile tra lavorare come trading giornaliero e alimentare una dipendenza.

Coronavirus e investimenti sulle energie rinnovabili

Da quando ha fatto capolino il Coronavirus nelle nostre vite tutto è cambiato, ritmi, quotidianità, precarietà nel lavoro e tante altre cose, di sicuro la vita che facevamo prima della pandemia non era una vita a misura d’uomo, stress, alto inquinamento, vivevamo in una situazione che non era sostenibile, dico vivevamo perché il COVID-19 è uno spartiacque tra il prima e il dopo.

Molti politici parlano di lezione Coronavirus, che ci permetterà di attuare dei cambiamenti sostanziali, rivolti alla sanità pubblica, al clima, alle tecnologie che ci permettano di svolgere attività produttive sostenibili, investimenti sulle fonti di energie rinnovabili.

Si pensi che dopo il blocco quasi totale dei trasporti, aerei, treni, trasposti su gomma e altri sistemi inquinanti come le fabbriche, abbiamo immediatamente visto come l’aria è più limpida. Le nostre abitudini essendo cambiate di netto e avendo azzerato gli spostamenti superflui, ritornando ad una vita stanziale come i nostri avi, avendo cambiato la nostra routine che incrementava l’inquinamento, questo di conseguenza è crollato facendo respirare la terra ma mettendo in crisi l’economia globale.

La domanda che molti si pongono in questi giorni di incertezze, anche a fronte delle varie manifestazioni sul clima che erano in atto prima della comparsa del Coronavirus, è che se a emergenza finita, i governi saranno pronti a modificare i sistemi produttivi o tutto ritornerà come prima.

Il Coronavirus ci insegnerà qualcosa oppure questo periodo di grandi sofferenze sarà stato invano?

Emerge da uno studio di Berkeley Earth che In Cina al giorno per colpa dell’inquinamento muoiono 4.000 persone, gli scienziati attribuiscono i decessi agli inquinanti dovuti alle emissioni di carbone e alle particelle PM2,5, le quali provocano Ictus, cancro ai polmoni, asma e problemi di cuore. Il Co-autore del documento scientifico ha ammesso che l’inquinamento della Cina era talmente alto, prima della pandemia da COVID-19, che ogni ora di esposizione in quell’ambiente riduceva la vita di un uomo di 20 minuti, come se si fumassero 40 sigarette al giorno.

Appena scoppiata la pandemia, si pensi che nella provincia di Hubei i livelli di biossido di azoto sono diminuiti drasticamente del 40%, questo grazie al blocco rigoroso dei trasposti e della produzione. In Cina già da ora si stanno riprogrammando le riaperture delle normali attività, e di conseguenza i dati di abbassamento dell’inquinamento cambierebbero repentinamente, peggiorando la situazione di partenza. Gli scenari futuri per salvaguardare il clima da parte della Cina non sono favorevoli, dato che non è stato menzionato alcun cambiamento nelle attività produttive.

Spostandoci in un altro continente scopriamo che negli Stati Uniti sono stati sospesi tutti i requisiti per le aziende per conformarsi alle leggi per la tutela dell’ambiente. L’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, annuncia il 26 marzo 2020 la politica di discrezione dell’applicazione per la pandemia COVID-19.

L’EPA ha annunciato una politica temporanea sull’applicazione degli APE e degli obblighi legali ambientali durante l’attuale pandemia. Cosa vuol dire? Vuol dire che L’EPA affronta in modo differente tutte le violazioni in termini di inquinamento e non prevede di chiedere sanzioni per eventuali inosservanze, comprendendo il periodo straordinario.

Il dubbio che ci pervade è il seguente, se nemmeno una pandemia che a dire degli esperti è in stretta correlazione con l’inquinamento e veicolata dalla modificazione degli ecosistemi, cosa dovrebbe accadere per modificare lo stile di vita?

Altra visione inerente all’inquinamento vi è da parte dell’ Europa, che con l’Agenda del 2019, Ursula Von der Layen, ha dichiarato di voler far divenire l’Europa il primo continente climaticamente neuro, azzerando le emissioni di gas ad effetto serra.

L’Italia si è posta l’obbiettivo di aumentare del 30% le fonti di energia rinnovabile entro il 2030, modificando i mercati dell’energia, investendo in innovazione e raggiungendo dal 2021 al 2030 i requisiti chiesti dalla comunità Europea.

Investire in energie rinnovabili e nel settore Green porterebbe una grande quantità di nuovi posti di lavoro e una vita più sana.